Il pericolo dell’extreme
Tutti abbiamo un amico o un parente che adora l’adrenalina: Volcano boarding, Powerbocking
e il classico bungee jumping sono tutte attività che implicano un grande coraggio e, soprattutto, una grande voglia di vivere la vita a pieno. Uno degli sport estremi però più complessi sul piano dell’equilibrio e del portamento è sicuramente l’highlining, noto anche come “slackining”, il quale implica una vera e propria camminata bilanciata su una lunga corda sospesa tra due ancore, per esempio, tra due lati di una gola di montagna o due grattacieli urbani nel bel mezzo del suolo cittadino. I più esperti, scelgono di performare sopra questa resistente corda eseguendo una serie di trick sulla linea, tra cui: Il Buddha, il Moonwalk e il lancio e/o la cattura di un frisbee.
Una pericolosità evidente
Gli sport estremi, rappresentano quegli sport che mettono a rischio la nostra sicurezza fisica e psicologica. Gli sport estremi spingono l’individuo alla perenne ricerca dei propri limiti, non considerando i reali rischi ed affidandosi semplicemente all’istinto e all’adrenalina, senza considerare le conseguenze. La pratica di un qualsiasi sport estremo diventato un autentico trend negli ultimi anni, e alla luce di questa coinvolgente tendenza, numerosi incidenti si sono verificati. Quando si prende perciò la decisione di buttarsi con il paracadute, bisogna ponderare bene e farsi un vero esame di coscienza. Per praticare uno sport extreme, non bisogna essere dominati in alcun modo dalla paura, per non incorrere in movimenti affrettati e pericolosi che potrebbero compromettere l’intera performance. Alle persone insicure o che si spaventano abitualmente non si consiglia di intraprendere degli sport non alla portata di tutti, per non ritrovarsi in situazioni imprevedibili, sconosciute e che spesso conducono alla morte.
Un caso di cronaca
Molto spesso al tg vengono mandati in onda servizi che vedono come protagonisti individui spericolati che rimangono incastrati nel bel mezzo delle alpi innevate. Noto è stato il caso dell’Agosto del 2016, data durante la quale sei escursionisti sono morti sul Monte Rosa: tre jumper sono scomparsi due settimane dopo e, ancora oggi, i turisti esibiscono la loro vacanza mentre vengono fotografati sui nevai del monte, non curanti dei numerosi incidenti e morti avvenuti proprio in quel luogo. Sembra che tanta gente, vada dove non dovrebbe andare e faccia cose non idonee al luogo in cui si trova. Il “no limits” non è assolutamente alla portata di tutti e, negarlo, è da veri incoscienti. Tutti abbiamo un parente o un amico più spericolato e, nonostante i numerosi richiami, potrebbe anche lui essere vittima di un tragico incidente. Clicca qui per rivolgerti alla Cattolica San Lorenzo, un’agenzia funebre che ha familiarità con casi spiacevoli, ed è sensibile al tema della precarietà della vita, che si pone di fronte al desiderio di provare emozioni uniche e pericolose.